Confraternite Sufi in Turchia
Pensare all'Islam come un monolite, con una dottrina chiara ed omogenea, è un atto di grande superficialità. Il mondo variegato delle confraternite Sufi è il motore spirituale di questa realtà con conseguenze sociali e politiche che possono essere comprese solo attraverso un studio approfondito.
Cupola del mausoleo di Mevlana in Turchia
Alberto Fabio Ambrosio spiega sulla rivista Oasis le principali caratteristiche di queste organizzazioni:
"Le cemaat nascono nei decenni successivi alla proclamazione della Repubblica di Turchia, nel 1923. È il nuovo modo di essere “sufi” [tradizione spirituale islamica diffusa in generale nell’Islam e in modo speciale nell’Impero ottomano], dopo la proibizione totale e radicale di ogni ordine a opera del fondatore della Repubblica, Mustafa Kemal Atatürk, e della Grande assemblea nazionale nel 1925. Questa chiusura definitiva degli ordini e di tutti i conventi (tekke) in cui i membri si ritrovavano per compiere i riti iniziatici, deriva dalla volontà di Atatürk di spazzare via il retaggio storico ottomano e islamico dalla nuova Turchia. Si potrebbe dire che Atatürk si sia sentito in dovere di sopprimere il sufismo per gli stessi motivi per cui l’attuale presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha dichiarato illecita ogni attività del movimento Hizmet e di Gülen, per lui nemico numero uno del Paese. Gli ordini sufi, infatti, costituivano un pericolo per la nascente identità nazionale turca ed erano considerati un simbolo del passato ottomano anti-moderno. I sufi subirono dunque una vera e propria persecuzione. Tra questi, l’unico pensatore e predicatore carismatico della storia repubblicana che si sia opposto pacificamente al laicismo forzato di Atatürk fu Said Nursī (m. 1960), a cui si è ispirato Gülen. Gli ordini sufi, ormai fuori legge, lasciano il posto alle cemaat, cioè alle comunità che, rispetto agli antichi ordini, hanno una struttura più leggera e invisibile alla società." [ ... Continua a leggere su Oasis ]